Insegnamenti

Non credo che debba passare un giorno senza dire di avere imparato qualcosa. Ma spesso ci sono giorni che ci insegnano di più. Non fate passare più di una settimana senza imparare nulla, ve lo consiglio.
Cosa ho imparato io questi giorni? Due cose molto importanti. Che l’amore di un padre o una madre e l’amicizia sono la più grande forza che abbiamo a disposizione. Banale? Forse, anzi sicuramente, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo e… repetita juvant! Tra sabato e domenica ho fatto un refresh di tutto questo grazie a due episodi. Il primo: sabato ero al mare a Fregene e stavo amichevolmente chiacchierando col mio logorroico e geniale compagno di avventure Mauro. Mentre ero stretto tra le onde del mare e le onde sonore dei suoi interessanti discorsi sulla didattica inclusiva ed i progetti, la mia attenzione è andata ad un padre ed un figlio che giocavano in acqua come due bambini. Quando avevano finito di fare il bagno ho visto che il padre sollevava il figliolo, ormai adolescente, per farlo uscire dall’acqua e fu lì che notai che il ragazzo era affetto da una forma di poliomielite e non poteva muovere le gambe. Ma non è questo quello che mi ha colpito, bensì la felicità di questa splendida accoppiata. Un padre premuroso e scherzoso che faceva divertire il figlio continuamente dimostrandogli così il suo immenso amore. Negli occhi e nello sguardo del ragazzo tanta felicità espressa da sonore risate e scherzi reciproci che sembravano non avere fine. Insieme a loro un gruppo di amici, rigorosamente uomini che facevano di tutto per farlo divertire. La sua felicità mi ha dimostrato che con affetto e gesti semplici ma amorevoli, un ragazzo con gravi problemi può essere estremamente felice. La considerazione magari è banale, ma ho cercato di immaginare quindi proiettare quelle attenzioni ricevute dal ragazzo nella sua vita quotidiana: a scuola, con gli amici, insomma in tutta la sua giornata. Chiunque può fare tanto donando poco, ma a patto di farlo… Sono giorni che mi porto dietro quelle immagini e mi auguro che la vita del giovane possa essere sempre così piena di gioia.
La seconda è una bella immagine che mi fornisce mio figlio Flavio. Domenica lo siamo andati a prendere al campo estivo della parrocchia S. Damaso. Durante la messa mi ha osservato e controllato che io facessi la comunione, dato che ci tiene molto che io sia un buon cristiano, sicuramente ci tiene più di me e di questo lo ringrazio. Poi dopo una fantastica abbuffata con una comunità splendida ho osservato degli autentici comportamenti sociali che ormai sembrano oscurati dai social media: si rideva, si scherzava, si giocava, insomma SI VIVEVA! Si viveva in sentimenti puri di amicizia sincera e tutto questo ha dato un altra lezione a noi tutti. Loro si, hanno i loro strumenti di comunicazione tecnologici, ma la purezza dei sentimenti, non si può simulare in un social, si dimostra con gesti concreti e contatti veri. Alla fine dopo le foto con i ragazzi, quasi nessuno voleva andare via. Partire è un po’ morire si dice… quantomeno è triste. L’accoglienza dimostrata anche da chi era nuovo del gruppo, è stata un’altra bella immagine che porterò dentro.
E voi, cosa avete imparato questi giorni?

A presto.

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